LA NDUJA

 
 

La parola “Nduja” deriva dal termine francese “andouille”, che significa salsiccia. In tempi non recenti la Nduja si produceva solamente nel territorio del comune di Spilinga in provincia di Vibo Valentia (zona del Monte Poro), attraverso la lavorazione delle frattaglie del maiale, aggiungendo come spezia il peperoncino, questo in quanto le famiglie contadine dovevano sfruttare a pieno la loro unica risorsa di cibo durante l’inverno, e di conseguenza utilizzavano ogni parte del maiale. Questo prodotto è identificato come un salume, anche se la sua sostanza è morbida e quindi indicata per essere spalmata. Oggi per la produzione di questo alimento tipico, che lo si realizza su gran parte del territorio della regione Calabria, si utilizza il sottopancia del maiale, la spalla e la coscia. La carne lavorata è successivamente aromatizzata con peperoncino piccante essiccato e sale. Lo step successivo è l’affumicatura ed infine la stagionatura. Esiste una ricetta ben specifica per la produzione di questo salume, ovvero un rapporto 2 : 1 (2 kg di carne e 1 di peperoncino). La Nduja ha il suo caratteristico sapore non solo per la presenza del peperoncino, ma anche per la bontà delle carni, in quanto il maiale è allevato secondo la tradizione, nella cui alimentazione si prediligono cereali, legumi, ghiande e crusca; mentre un mese prima della macellazione il suino è alimentato a fave e ceci. La Nduja è un prodotto ottimo da spalmare sul pane, oppure da utilizzare su portate di antipasti, o ancora per insaporire ogni sorta di pietanza, dalla pasta alla pizza o qual si voglia. Ovviamente è presente anche una sagra della Nduja, la quale si svolge a Silinga.

100 gr di Nduja apportano all'organismo circa 500 Kcal.

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