CONOSCI QUELLO CHE MANGI?

"Facciamo un po' di chiarezza sui pesticidi, come si utilizzano in agricoltura e cosa dice la normativa Italiana"

Normativa Italiana sull’uso dei Pesticidi

Con il Decreto Legislativo del 14 Agosto 2012 n.150, si è concretizzata la direttiva 2009/128/CE per l’utilizzo dei pesticidi (https://www.mite.gov.it/sites/default/files/archivio/normativa/dlgs_14_08_2012_150.pdf)

Al fine di ridurre i rischi sulla salute umana e sull’ambiente in tutte le sue sfaccettature, oltre a cercare di introdurre un utilizzo naturale per contrastare i fenomeni parassitari e di riduzione dei raccolti a causa di organismi nocivi. Chi utilizza per le proprie culture i prodotti fitosanitari deve possedere un certificato di abilitazione rilasciato dalla Regione, questo certificato è valido per 5 anni rinnovabili; il soggetto abilitato all’acquisto dovrà poi fornire al venditore i propri dati per il riconoscimento e le informazioni di utilizzo del prodotto, che dovranno essere registrare in un apposito registro. Pertanto tali prodotti non possono essere venduti a soggetti non abilitati.


"Pertanto come facciamo ad avere certezza di quello che mangiamo, come è stato prodotto?"

La funzione informativa dell’Etichetta

Ci sono anche tanti altri controlli che sono stati redatti al fine di portare sui banchi alimentari prodotti controllati e sani, coltivati, allevati e prodotti sul suolo italiano; un altro esempio sono gli alimenti con etichetta DOC, DOP, IGP i quali detengono un loro disciplinare per la regolamentazione della produzione di quel determinato prodotto, affinché il consumatore possa conoscere esattamente tutte le fasi della coltivazione e/o produzione, rendendosi consapevole della scelta effettuata, rispetto ad un’altra etichetta di cui non sono esplicitate origini e provenienza degli ingredienti.

Perché un prodotto Biologico certificato si differenzia da un prodotto con modalità convenzionali e come?

Qualsiasi prodotto Biologico è caratterizzato da processi di produzione molto diversi da quelli che caratterizzano l’agricoltura convenzionale. Tra le principali differenze vale la pena menzionare:

  • Assenza di sostanze chimiche di sintesi, quali concimi, diserbanti per eliminare le piante infestanti che tolgono il nutrimento alle colture, anticrittogamici, insetticidi, pesticidi in genere, e di organismi geneticamente modificati (OGM). Utilizzo di antiparassitari citotropici e sistemici che possono entrate nella linfa della pianta e che la rendono immune all’attacco esterno di virus e batteri.
  • Utilizzo di fertilizzanti naturali come letame e altre sostanze organiche compostate. Viene usato anche il “sovescio”, una tecnica che consiste nel sotterrare dopo la raccolta piante che arricchiscono il terreno, come trifoglio, senape, favino.
  • Utilizzo di sostanze naturali vegetali, animali o minerali, per difendere le colture in caso di necessità. Estratti di piante, insetti predatori di parassiti, farina di roccia o minerali naturali sono in grado di correggere struttura e caratteristiche chimiche del terreno e combattere le “erbacce”. Un esempio di insetto predatore nei confronti di altri che distruggono i raccolti è la “Vespa Samurai”, la quale è nemica naturale della cimice asiatica, la quale ha causato ingenti danni alle culture da frutto e ortaggi, mandando in fumo milioni di euro. (Terra-Polesana-marzo-2020.pdf (coldiretti.it)
  • Ambiente preparato: per poter riuscire a diminuire i danni da un’agricoltura eco-sostenibile com’è di fatto quella BIO, l’agricoltore deve preparare l’ambiente circostante a ricevere le colture, avendo cura di rilevare quale terreno sia migliore per una determinata pianta, in modo da costatarne l’umidità e gli insetti che popolano questo ambiente, in modo che essa non sia un loro nutrimento, ma solo una “casa”, in tal modo loro stessi terranno lontano dalla vegetazione gli altri insetti.

Esistono anche alcune tecniche utilizzate dall’agricoltura biologica per provvedere alla difesa delle colture in via preventiva:

  • Rotazione delle colture (per cereali e ortaggi): bisogna evitare di coltivare per più stagioni di seguito la stessa pianta sullo stesso terreno. In questo modo, si impedisce ai parassiti di trovare nuovamente ambienti favorevoli in cui proliferare. E inoltre si sfruttano anche le sostanze nutrienti presenti nel terreno in modo meno intensivo e più razionale. Questa tipologia di piantumazione è stata anche regolamentata dall’Unione Europea nel 2007
  • Piantumazione di siepi e alberi: oltre a preservare il paesaggio, ospitano i predatori naturali dei parassiti e fungono da barriera fisica ad eventuali inquinamenti esterni.
  • Consociazione: si tratta della coltivazione di piante differenti, l’una sgradita ai parassiti dell’altra.