"Continua la nostra riflessione su come salvare l'ambiente e vivere in modo sano, oggi riflettiamo su come iniziare da piccoli e quotidiani gesti per il nostro benessere."
Cosa possiamo fare nel nostro quotidiano per contribuire all’ambiente?
Sembra banale, ma tutto parte dai nostri bisogni quotidiani, ad esempio le pulizie di casa, quanti prodotti nocivi per l’ambiente abbiamo nei nostri armadietti? Basta leggere l’etichetta e vi accorgerete di avere delle vere bombe chimiche a portata di mano. Bisogna pertanto scegliere prodotti naturali, pensate, le nostre nonne prima della nascita della TV e delle sponsorizzazione delle grandi marche, per pulire casa usavano i prodotti di uso comune come l’aceto, il bicarbonato, il succo di limone, la carta da giornale etc.. Tutti elementi presenti nelle nostre abitazioni, che sono utilissimi anche per le faccende domestiche . Ovviamente si possono anche preferire i prodotti rispettosi dell’ambiente venduti nei supermercati, in quanto sull’onda ambientalista alcune aziende hanno lanciato prodotti “green” che non rilasciano nell’ambiente elementi inquinanti, costano un poco di più, ma almeno facciamo un passo verso la salute del nostro pianeta oltre che del bene per la nostra salute, dato che questi prodotti sicuramente li respiriamo, oppure ci entriamo a contatto diretto, in quanto il prodotto versato sulla spugna automaticamente arriva a contatto con la nostra pelle delle pani e pertanto è causa di irritazione, pruriti e/o bruciature.
Un secondo passo è fare una campagna di lotta allo spreco del cibo ; non bisogna avere un frigorifero pieno di alimenti, bisognerebbe tornare al momento in cui si acquistava quello che si cucinava giorno per giorno, o comunque alimenti che sicuramente andremo a consumare in breve tempo, evitando il rischio di favorire l’industria del consumismo e lo spreco alimentare, in quanto questa teoria dell’abbondanza ci porta solo a una maggiore produzione di CO2, utilizzo di materie inquinanti per la produzione, anche di energia la quale serve al ciclo produttivo, che per forza di cosa genera degli scarti e quindi immondizia da smaltire, che anch’essa provoca un altro circolo vizioso di insalubrità.
Un altro passo inizia proprio dal supermercato, facendo una spensa consapevole, spostando i proprio acquisti verso le produzioni eco-sostenibili, che rispettano il lavoratore e l’ambiente, non pensate che ciò che acquistate non abbia un penso in termini ambientali, anche se acquistate un cibo marchiato BIO in quanto il ciclo produttivo è ben più complesso della semplice raccolta:
- Lo stoccaggio dei prodotti raccolti
- L’imballaggio
- Il trasporto delle merci a destino, a volte con più passaggi: camion container verso il porto – nave – camion container a destino – furgoni per lo smistamento al dettaglio
- Nuovo Stoccaggio presso il rivenditore
Tutta questa catena è stata creata solo perché il consumatore vuole avere prodotti non di stagione sulla propria tavola o prodotti esotici, quindi frutta, verdura, carne e pesce che non ha a disposizione sul proprio territorio, ma che si trovano a km di distanza; questa “domanda” provoca indissolubilmente un consumo energetico, un inquinamento di CO2 e sostanze cancerogene da combustione fossile, che disperdendosi nell’aria arrivano per vie naturali: vento, pioggia…sui terreni coltivati e pertanto sulle nostre tavole sotto forma di cibo contaminato, oltre al consumo del suolo e la distruzione di foreste, tutto per una “Richiesta” di cibo?!
E pensare che nelle nostre campagne sono coltivati prodotti stagionali, i quali c’è un motivo se la Natura li ha creati per ogni periodo dell’anno; per ogni fascia climatica e di stagionalità il frutto/ortaggio giungendo a maturazione raccoglie al suo interno tutte le vitamine e sali minerali necessari all’organismo per quel determinato momento dell’anno, prendiamo ad esempio gli agrumi, questi sono presenti in inverno e sono ricchi di vitamine C, quest’ultima è importantissima per le difese immunitarie per difenderci contro le influenze, oppure tutte le desinenze della famiglia dei cavoli, questi sono prodotti che riescono a sopravvivere a basse temperature climatiche. Al contrario in estate abbiamo la frutta delicata e così via dicendo. La Natura è una macchina perfetta, la quale da sempre è di insegnamento per l’uomo.
Un altro passo importante è leggere le etichette dei prodotti ed informarsi su cosa stiamo acquistano, per conoscerne la provenienza, gli ingredienti e la storia produttiva; è la conoscenza che fa paura alle grandi multinazionali, perché mette il consumatore difronte alla consapevolezza di determinati “Fatti”, che possono indurlo a non acquistare più il loro prodotto, perché magari è coltivato in aree del pianeta dove avviene lo sfruttano della popolazione locale, o non si applica alcun protocollo di qualità, oppure si coltivano terreni dove sono state utilizzate sostanze chimiche e pesticidi.
I “Perché” sono tanti, ed è per questa ragione che il consumatore deve cercare di accrescere la propria conoscenza, per spingere le aziende a modificare il loro approccio alla produzione, solo se le loro vendite caleranno, mettendo a rischio i loro “Utili”, prenderanno coscienza che il mondo del business è una correlazione dello stato di salute delle persone e non viceversa.