ADDIO ETICHETTA...IL NUOVO ANNO PORTA CON SE' NUOVE REGOLE

"Il nostro percorso continua attraverso la lettura dell'etichetta del prodotto, una vera scheda informativa per il consumatore"

Cosa deve fare il consumatore per acquistare prodotti sani e contribuire così nel suo piccolo ad un futuro migliore?

Il consumatore nel Diritto è colui che acquista beni e servizi per il proprio fabbisogno personale e non professionale. Negli anni sono nate diverse campagne di marketing per cercare di portare il consumatore dalla parte delle aziende, per spingerlo ad acquistare alcuni prodotti a scapito di altri, come fosse una caccia spietata alla miglior preda. È il marketing e la pubblicità il nuovo nemico da cui il consumatore deve proteggersi, molte volte queste attività non esplicitano in modo chiaro le caratteristiche del prodotto, in quanto sono spinte solo ad ingrandire solo alcune delle qualità di esso, portando il consumatore verso la scelta dell’articolo pubblicizzato dai media, anziché quello accanto sullo stesso scaffale, del quale non si sono viste pubblicità o spot televisivi. Molte volte gli addetti del marketing manipolano la nostra attenzione attraverso meccanismi sensoriali, quando andate al supermercato provate a fare questo gioco: fermatevi in una corsia e controllate gli articolo collocati sullo scaffale all’altezza del vostro sguardo, controllate i prezzi e le loro etichette, solitamente troverete i prodotti ad etichetta del marchio del supermercato e i prodotti delle grandi marche, a seguire in alto e in basso, troverete gli stessi articoli, ma che hanno in genere un prezzo simile a quello del prodotto della catena del supermercato, ma di certo più basso di quello di marca, oppure prodotti di cui non avete visto la sponsorizzazione in alcun manifesto, o ancora, sono prodotti che non hanno dato un incentivo al supermercato affinché essi possano essere messi in maggior risalto. Questo perché si vuole indurre il consumatore ad acquistare preferibilmente i prodotti che sono messi in “bella vista”, che sono comunque equiparabili rispetto agli altri.

Avete mai speso del tempo per leggere anche le etichette di questi prodotti? O vi siete fidati solo esclusivamente dei vostri ricordi per una pubblicità vista in TV o in un annuncio pubblicitario?

Credo che scoprirete alcune cose che potrebbero stupirvi, soprattutto sulla provenienza di molte materie prime, che magari non sono italiane, ma arrivano da altri paesi, senza sapere in questi ultimi che tipo di controlli sanitari sono effettuati, che regolamentazione hanno per la produzione/trasformazione del prodotto, della coltivazione e allevamento. Prendiamo come esempio il latte, ci siamo battuti per eliminare le “quote latte” affinché gli allevatori Italiani potessero mettere in commercio il latte italiano sul nostro territorio, in quanto il nostro paese ne è un grande consumatore, ed ora le grandi catene lo vanno ad acquistare in altri paesi non meglio identificati della UE, di cui non conosciamo nulla rispetto alle loro logiche di foraggiamento e di somministrazione degli antibiotici.

Chi è del settore lattiero-caseario, sa quanti controlli sanitari bisogna effettuare in Italia per poter dare il nullaosta alla produzione/trasformazione di una partita di latte, il quale è munto nella stalla 2-3 volte al giorno e deve arrivare in giornata al “casello”, stoccato nelle cisterne, controllato e solo dopo il via libera del reparto Qualità, che effettua il controllo delle sostanze all’interno della partita di latte seguendo la tabella del ministero dell’agricoltura,

 (https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaArticolo?art.progressivo=0&art.idArticolo=1&art.versione=1&art.codiceRedazionale=07X03603&art.dataPubblicazioneGazzetta=2007-02-13&art.idGruppo=0&art.idSottoArticolo1=10&art.idSottoArticolo=1&art.flagTipoArticolo=1)

, può immetterlo nella produzione. Ora mi dite come fa il reparto qualità a controllare i giganteschi camion cisterna provenienti dall’est Europa? Vorrei che qualcuno ce lo spiegasse, perché io come consumatore non mi sento tutelato.

Di seguito riportiamo il sito relativo ai controlli periodici svolti dall’ATS BRINAZA

(PIANO LATTE 2020 ATS BRIANZA.pdf (ats-brianza.it))

Molte volte questo latte non Italiano costa uguale a quello certificati di stalle Italiane!

Pertanto l’unico modo per difenderci è “L’etichetta”, questa è uno strumento importante per far capire cosa si sta per acquistare. Il cibo è il primo elemento per la salute del nostro organismo, immagino che non vorreste mai mettere in tavola degli antibiotici o dei fertilizzanti, giusto? E allora perché acquistare prodotti la cui etichetta non ci racconta da dove proviene il prodotto? Che non ci spiega come è stato realizzato?

Inoltre stiamo per subire un altro duro colpo sulla trasparenza delle materie prime, il 31/12/2021 è scaduta la proroga firmata dai ministri Bellanova e Patuanelli il 30/03/2020

(Mipaaf - Etichettatura, Mipaaf e Mise: firmata proroga per origine obbligatoria per pasta, riso e derivati del pomodoro (politicheagricole.it))

relativamente all’obbligo dell’indicazione di originedi provenienza sull’etichetta del prodotto, questo vuol dire che il consumatore non saprà più se sta acquistando un prodotto al 100% Italiano, oppure se è un alimento prodotto con ingredienti provenienti da chissà quale paese, in quanto nella nuova etichettatura imposta dal regolamento europeo 775 del 2018

(REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2018/ 775 DELLA COMMISSIONE - del 28 maggio 2018 - recante modalità di applicazione dell'articolo 26, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 1169/ 2011 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, per quanto riguarda le norme sull'indicazione del paese d'origine o del luogo di provenienza dell'ingrediente primario di un alimento (europa.eu))

sarà solo indicato “UE” o “non UE”, uno schiaffo in faccia a tutti i produttori Italiani che lottano da sempre contro l’utilizzo di materie prime non certificate, non controllate e non di provenienza certa e che ora si vedono vanificare tutti i loro investimenti di carattere economico e di immagine. Dall’altra parte ci siamo noi Cittadini, che invece vogliamo continuare a sapere cosa acquistiamo.

Non è giusto non sapere se il prodotto che sto scegliendo è stato prodotto con ingredienti coltivati / allevati all’interno dello Stato Italiano oppure in un altro.

Dobbiamo continuare a pretendere che i prodotti abbiano un’etichetta “parlante”, dobbiamo continuare ad informarci sui canali ufficiali, affinché possiamo essere liberi di poter scegliere di acquistare con nostra coscienza il cibo da portare sulle nostre tavole.